Studiare storia dell’arte non è stato il mio sogno fin da bambina, ma è stata una scelta successiva, matura e consapevole.
L’ho capito infatti con il tempo, approcciandomi alle piccole e grandi cose della vita, che quello sarebbe stato il mio linguaggio, il filtro che più avrei sentito mio alleato per leggere il mondo.
L’arte sa offrire continuamente uno sguardo diverso, nuovo, più ricco dell’istante precedente.
Nel corso dei secoli gli artisti, percorrendo le trame della propria sensibilità, hanno offerto letture, interpretazioni, lanciato sfide e riflessioni; la loro caratteristica è sempre stata quella di cogliere, prima degli altri, qualcosa in più…
E tutto questo avviene ovviamente anche ai giorni nostri, dove gli artisti del nostro tempo studiano e interpretano quello che ci accade intorno, e lo fanno con una lingua che è la nostra, ma che allo stesso tempo raccoglie le sfaccettate e le ricchissime eredità del passato.
Quando la finissima sensibilità umana ha incontrato - e si è scontrata - con la determinazione e con un affamato e continuo desiderio di ricerca, e il tutto è stato battezzato da un prorompente talento, è sgorgato il genio di Andrea Mastrovito.
Il giovane artista, nativo di Bergamo e formatosi all’Accademia Carrara, si divide oggi fra Città Alta e New York.
Se ti aggiri per i maggiori musei nazionali e internazionali, troverai il suo nome: è estremamente apprezzato e ricercato, ed è stato insignito di importanti premi.
Il suo lavoro insegue una rilettura personale, e intima, della storia dell’umanità, e lo fa attraverso un linguaggio insolito, che colpisce, forte di differenti mezzi espressivi (pittura, scultura, disegno, ritagli, video-installazioni e performance) in una continua reinvenzione degli spazi espositivi.
Recentemente ha intrapreso anche la carriera di regista cinematografico, per ampliare la sua ricerca e sperimentare in un altro fecondissimo campo dell’arte.
Mastrovito riceve spesso incarichi a Bergamo, e oggi luoghi importanti e angoli più silenziosi svelano traccia del suo passaggio!
Vediamo insieme dove poter ammirare i suoi lavori mentre girovaghiamo per la nostra città!
Abside della chiesa dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII a Bergamo (2014)
Nel 2014 il complesso ospedaliero bergamasco si è arricchito di un "luogo di cura" parallelo: la splendida chiesa di cui vedi il meraviglioso interno in foto.
Realizzata in linea con le forme dell’ospedale, ma dall’architettura precisa e ben distinta, è uno spazio di culto molto interessante anche per l’impronta estremamente contemporanea, come ti abbiamo parlato qui.
Numerose sono state le mani che hanno dato vita a questo gioiello di culto: una è stata quella di Mastrovito, scelto per la realizzazione della zona presbiteriale, ovvero dove il sacerdote celebra la messa.
Sono in particolare le tre absidi in cui si sviluppa la grande Crocifissione a portare la firma dell’artista. Esse sono armoniosamente inserite nella luminosissima struttura, la quale sembra sospingerti naturalmente verso l'opera di Mastrovito, trionfo di straordinaria luce e, al contempo, di serenità.
Osserva dalle foto la sorprendente riflessione tecnica dell'artista sulla profondità: la scenografia è tridimensionale, realizzata attraverso lastre di vetro dipinte poste una di fronte all’altra, che sviluppano così più livelli prospettici.
L'impronta bergamasca di Andrea Mastrovito
La scena rappresentata, momento imprescindibile della cristianità, svela l’unicità della firma di Mastrovito con interessanti rimandi, che ti svelo subito: partiamo dai due personaggi chiave della Crocifissione, Cristo e Maria: nei loro volti si legge l'omaggio che l'artista ha voluto tributare alla sua città attraverso alcune persone a lui care.
In questa scelta assolutamente personale, a tratti anche irriverente, trovo emerga il fascino dell’artista!
Partiamo dalla grande sezione centrale: qui, il volto di Cristo mostra la curiosa fisionomia di un personaggio molto popolare nel mondo calcistico atalantino, a cui Mastrovito è profondamente legato (pensa che più di una volta ha preso un volo da New York verso Bergamo solo per assistere ad una partita!).
Si tratterebbe di Claudio Galimberti, il cosiddetto "Bocia", storico capo ultras dell'Atalanta.
Spostiamoci verso la scena sulla sinistra: Maria è circondata da due donne tipicamente ritratte nelle scene della Passione (Maria Maddalena e Maria di Cleofa), e Mastrovito vi inserisce anche la figura rassicurante di Papa Giovanni XXIII.
Il volto della Madonna è questa volta ispirato all'opera “Ricordo di un dolore”, realizzata dal celebre Giuseppe Pellizza da Volpedo, e conservata in Accademia Carrara.
Al contempo, il ritratto di Maria è un omaggio ad una donna molto vicina all'artista: la madre di un caro amico, morto in giovane età.
Proprio da quell'esperienza di dolore profondissimo, Mastrovito ha colto la scintilla per dare vita a questo dettaglio della Crocifissione.
Il dolore, racconta Mastrovito, è tutto nello sguardo di questa donna: sono i suoi occhi il centro dell’opera. Attorno, le mani del Papa e quelle della Maddalena, sulla sinistra, e di Maria di Cleofa (che invece è ispirata alla madre dell’artista), sulla destra, convergono su di lei per consolarla.
Infine giungiamo alla sezione di destra, che ospita il tabernacolo, concepito a forma di piccolo globo dorato che emerge dal giardino del Golgota.
Qui si svela un altro tocco creativo e poetico di Mastrovito: la decorazione mostrerebbe il cielo come si vedeva il giorno in cui Papa Giovanni XXIII, dedicatario della chiesa, è stato dichiarato santo.
Mosaico «Ab urbe condita» all'Aeroporto di Orio al Serio (2015)
Il segno di Mastrovito si può scovare anche in un luogo chiave ed estremamente simbolico per la città: l’aeroporto di Orio al Serio!
Al tuo prossimo rientro a Bergamo, nell’attesa del tuo bagaglio (..che tanto, si sa, arriverà sempre per ultimo!!) dai un’occhiata al meraviglioso mosaico che spicca sulle pareti del corridoio.
Trecento coloratissime tessere di cartoncino su base di compensato hanno dato vita al mosaico a olio dal nome "Ab Urbe Condita", espressione latina che recita "dalla fondazione della città".
Ed è proprio attraverso quest'opera che Mastrovito rievoca i simboli e i personaggi della storia passata e recente di Bergamo, sullo sfondo degli iconici monumenti di Città Alta.
Tutti i protagonisti della storia di Bergamo
Osserva il dettaglio che ti propongo qui sopra: riconosci qualcuno di noto?
Da Papa Giovanni XXIII e Giovan Battista Moroni (al centro) ai più celebri calciatori atalantini, passando per Garibaldi e i suoi Mille, senza tralasciare l'amatissimo Enrico Rastelli (sulla sinistra), del quale abbiamo ripercorso la favolosa vita qui.
L’opera, pensata per Expo 2015, ha trovato una collocazione preziosa al “varco” della città, per accogliere in maniera insuperabile i viaggiatori!
«Neverending End - 100 Last Pages» al Villaggio degli Sposi a Bergamo (2014)
Mastrovito insegna quello che non dovrebbe mai sfuggire quando si lavora sul territorio: la comunità che lo abita ha un ruolo chiave, anzi, detiene il più importante dei ruoli.
Infatti, nel ridisegnare la piazza del quartiere “Villaggio degli Sposi”, Mastrovito ha coinvolto direttamente i residenti stessi, i lavoratori e tutti coloro che sono soliti frequentarlo: ha dato così vita al progetto «Neverending End-100 Last Pages».
I cento libri preferiti dagli abitanti del Villaggio degli Sposi
L’operazione avviata dall’artista è estremamente interessante: Mastrovito ha chiesto agli abitanti del quartiere quale fosse il loro libro preferito; dopo aver ricevuto numerosissime risposte, ne ha scelte cento. Acquistati questi titoli, ha staccato l’ultima pagina da ognuno di essi e l’ha digitalizzata, per poi imprimerle tutte e cento sulle vasche di cemento bianco che vedi in foto.
Le vasche sono divenute le splendide fioriere della piazza del quartiere, cariche di un valore unico e personalissimo: omaggiano e valorizzano le persone che quotidianamente vivono il quartiere attraverso la celebrazione dei loro libri del cuore.
Ed è bello immaginare sia anche un po' una dedica a tutti coloro che, giunti all'ultima pagina, faticano ad abbandonare il libro che più hanno amato.
L'idea, all'apparenza semplice, è in grado di cogliere il senso stesso della letteratura: una porta di meraviglia tanto per chi quei libri li ha scelti e li ricorda con affetto, quanto per chi, di passaggio, ha la possibilità di leggerne gli estratti finali e può fare proprie quelle parole, scoprendo mondi preziosi.
Dalle pagine di Pinocchio e di Giulietta e Romeo, passando per quelle dei Promessi Sposi, l'opera di Mastrovito fa sì che le loro parole restino scolpite, come ispirazione, rilfessione, conforto.. e, proprio come recita il titolo, senza che abbiano una fine.
«Polvere di Stelle» all'Hotel Cappello d’Oro a Bergamo (2019)
Nella corte interna del Cappello d’Oro, celebre hotel in Porta Nuova, Mastrovito ha realizzato l’affascinante opera “Polvere di Stelle”.
Come tutte le sue creazioni, anche questa svela un cortocircuito di significati, un ponte del nostro presente che unisce passato e futuro, e che non dialoga solo con i proprietari dell’albergo ma anche, come l’arte fa sempre, con tutti noi.
Scolpita direttamente nella superficie muraria, "Polvere di Stelle" ritrae infatti, con un tocco di surreale, Anna ed Ernesto Zambonelli, storici proprietari del Cappello d’Oro.
I loro volti hanno preso la fisionomia di poliedri a forma di stelle comete, gli astri che per eccellenza animano il cielo e ci fanno sognare, le cui scie si sviluppano attraverso centinaia di righelli che risalgono la superficie della corte seguendo idealmente una misurazione che si muove nel tempo, emanando ricordi, sogni e progetti appassionati.
La composizione è infatti un sincero omaggio alle menti visionarie e laboriose delle famiglie bergamasche.
Non temere: la corte dell’hotel impreziosita dall'opera di Mastrovito è accessibile a tutti! Non dimenticare di farci un salto appena ti capiterà l'occasione, chiedendo al personale del Cappello d'Oro di condurti all'opera!
«Amor sacro e amor profano» al Palazzo della Misericordia a Bergamo (2013)
Un'ultima chicca di Mastrovito si può scovare in uno storico palazzo che affaccia su una silenziosa via di Città Alta. È il Palazzo della Misericordia, che oggi ospita il Museo Donizettiano, il cui meraviglioso portone è protagonista del libro "In viaggio a Bergamo - La città delle porte"!
I soggetti scelti dall'artista sono due bambini, le cui figure sono state, anche in questo caso, incise direttamente sulla superficie muraria; le diverse tonalità dell’opera sono date dai diversi strati di intonaco che Mastrovito è andato man mano a rimuovere.
Il risultato è decisamente pittorico, un piccolo capolavoro di arte dell’intaglio.
Le figure a cui Mastrovito riesce a dare vita, pur nella loro irrealtà, paiono quasi presenze reali, letteralmente parte della stanza perchè nate dalla stanza stessa.
Il particolare dei piedi dei bambini che oltrepassano il muro e giungono a "toccare il pavimento" attraverso il battiscopa rinforza questa idea.
Una curiosità che mostra il continuum fra i lavori dell’artista: i protagonisti di Amor sacro e amor profano sono stati realizzati con elementi recuperati da alcuni precedenti allestimenti.
In seguito, ciò che è stato eliminato per realizzare queste figure è stato raccolto in contenitori di vetro, quasi fossero le “ceneri” dell'opera!
Le mostre temporanee realizzate da Mastrovito a Bergamo
Per gli spazi culturali bergamaschi sono state create numerose opere temporanee firmate da Mastrovito.
Il tocco sublime dell’artista contemporaneo si svela in interessanti opere anche quando si tratta di istallazioni non permanenti; chi vi assiste si porterà dentro, come un ricordo prezioso, la bellezza di quei lavori, pur nella loro fugacità.
Mastrovito è stato protagonista in GaMeC, prima con un gruppo di artisti nella mostra "Il bel paese dell’arte" (2011) e in seguito con la mostra personale "At the end of the line" (2014).
Di quest'ultima ti propongo un video-racconto:
Inoltre, un'interessante video-installazione, "A Sud del Cielo" (2011), è stata sviluppata da Mastrovito presso l'ex Oratorio di San Lupo. Ascolta il racconto dell'artista e immergiti nell'opera:
Quest'anno, inoltre, Mastrovito è stato uno dei sette artisti a prendere parte alla mostra "Il Dono. Sulla vita e la morte" (2021), organizzata da The Blank Contemporary Art presso il Palazzo della Ragione a Bergamo. La mostra è stata l'occasione per sviluppare una profonda riflessione sul tema, appunto, del dono, fino ad indagare i due confini dialettici che determinano l’esistenza di ogni uomo: la vita e la morte.
Temi, quelli della mostra, di estrema sensibilità data l'epoca storica in cui si situano.
Proprio durante i drammatici momenti vissuti durante la pandemia causata dal Covid-19, il grande legame dell’artista con la città di Bergamo è emerso in maniera prorompente: Mastrovito ha omaggiato dei propri disegni tutti coloro che avessero fatto una donazione in favore del centro Don Orione di Bergamo, importante luogo di cura e di accoglienza, bisognoso di reperire mascherine, guanti, e materiale per garantire la salute dei suoi ospiti.
La ricchezza del linguaggio contemporaneo, che Mastrovito maneggia con tale unicità e talento, ci permette di comprendere, leggere e rileggere gli angoli della città, le sue persone con le loro storie, i luoghi nelle loro più piccole sfumature...
e, per certi versi, la mano dell'artista può portare a rivelare le stesse trame del nostro tempo.
Comments