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5 luoghi sinceri e alternativi da visitare a Bergamo in Città Alta

Un viaggio fuori dalle rotte turistiche della Capitale Italiana della Cultura 2023!



Eccoti nel posto giusto!


Te lo assicuro, fidati di me: in questo articolo ti racconterò una manciata di luoghi speciali da visitare a Bergamo Alta seguendo un tracciato alternativo, ma che possa, in maniera diversa, raccontarti ugualmente le sfaccettature più belle e significative dell’anima orobica!


Così, ho pensato a 5 suggerimenti per conoscere Città Alta, il cuore antico di Bergamo, recentemente eletta Capitale Italiana della Cultura insieme a Brescia…


ma non saranno i “soliti” luoghi già arcinoti e di cui ti hanno parlato tutti, come Piazza Vecchia, il Duomo e la Cappella Colleoni! Ci terremo un po’ più distanti da via Colleoni, l’antica Corsarola, l’arteria principale del borgo: quello che stai per visitare, infatti, è uno scrigno di meraviglia, da cogliere anche e soprattutto negli angoli più insospettabili!


Quindi, che tu sia un innamorato di Città Alta e sia convinto di conoscerla benissimo, o anche che ci arrivi per la prima volta e voglia immergerti pienamente nel borgo, ma lontano dalla confusione… sei proprio nel posto giusto!


P. S. E dopo questo tuffo nell'antico, non perdere le chicche di Città Bassa!


#1 Borgo Canale, la via degli artisti

Tra i più antichi borghi che abbracciano Città Alta

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Via Borgo Canale

Se aprissi una cartina o sfogliassi una guida sulla città, noteresti come Bergamo sia colma di quartieri chiamati “borghi”! Ebbene sì: nel corso dei secoli, tutt’attorno alla Città Alta sono sorti veri e propri borghi, antichi nuclei ricchi di tradizioni proprie e storie particolari.


Borgo Canale, collocato immediatamente al di fuori delle Mura, nei pressi di porta di Sant’Alessandro, è uno tra i più antichi, e di certo tra i più affascinanti! Si sviluppa proprio attorno a via Borgo Canale, una strada quieta e raccolta dove le casette dai toni caldi si susseguono con armonia di forme e colori. Man mano che la via scende, verso occidente, d’un tratto il verde dei Colli si spalanca, finché la strada si raccorda con i primi quartieri di città bassa.


Passeggiando sui ciottoli della via si avverte una sensazione di piacevole dolcezza: forse, inconsapevolmente, il merito è dell’anima artistica di questo borgo, che ha dato i natali ed è stato dimora di personalità gloriose. Sono tutte commemorate da targhe che si susseguono sulle facciate dei palazzi: alza lo sguardo, e troverai il ricordo dell’amatissimo compositore Gaetano Donizetti, vero e proprio nume tutelare di Bergamo, del celebre violoncellista Alfredo Piatti e di Vincenzo Bonomini, autore di una serie di curiose allegorie macabre che potrai ammirare poco più avanti, nella chiesa di Santa Grata Inter Vites.


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La chiesa di Santa Grata Inter Vites (cioè "tra le vigne") che svetta dai tetti di Borgo Canale

Proprio questo tempio, riconoscibile da ovunque e che plasma il borgo con la sua mole, ne è il cuore: è dedicata alla santa che protegge, insieme a Sant’Alessandro, la città di Bergamo.


Menzione d’onore, tra coloro che hanno abitato il delizioso borgo, all’acclamato artista contemporaneo Trento Longaretti, che proprio qui scelse di dare respiro alla sua pittura, collocandovi il suo studio.


Un’ultima cosa…

Dei grandi personaggi, inevitabilmente, subiamo un po’ tutti il fascino, io in primis!


Quando è possibile, dunque, non perdo mai occasione di “intrufolarmi” nel racconto della loro vita! Luoghi, oggetti, suggestioni: tutto ciò annulla, per un istante, la distanza fra noi e queste illustri personalità, e ce le fa sembrare un po’ più vicine.


Di domenica, al civico 14 di via Borgo Canale, puoi visitare la casa natale di Gaetano Donizetti: nelle stanze si ripercorre il vissuto e il contesto storico del compositore, anche se i veri ambienti dove Gaetano nacque, ben più dimessi e toccanti, furono i sotterranei, come scrisse egli stesso: «….nacqui ov’ombra di luce non mai penetrò. E siccome gufo presi il mio volo...» ed è storia nota fin dove giunse, con quel volo!


Un ambiente della casa natale di Gaetano Donizetti, in via Borgo Canale, 14, in una foto storica
Un ambiente della casa natale di Gaetano Donizetti, in via Borgo Canale, 14, in una foto storica

E infine, salendo l’imponente scalone che fronteggia la chiesa di Santa Grata (dove Donizetti venne battezzato!), troverai una piccola viuzza sulla destra: se la percorri tenendo lo sguardo alto sempre in direzione di via Borgo Canale, potrai curiosare tra le ampie vetrate dello studio del compianto Trento Longaretti!


Il pittore Trento Longaretti
Il pittore Trento Longaretti


#2 Le quattro porte delle Mura di Bergamo Patrimonio UNESCO

L’impronta della Repubblica di Venezia


Le Mura di Bergamo, le grandiose fortificazioni erette dalla Repubblica di Venezia intorno alla metà del Cinquecento, hanno quattro varchi d’accesso, le caratteristiche porte.


Come suggeriscono le fantasie d'infanzia più belle, al calar del sole o in situazioni di particolare emergenza, queste porte venivano chiuse per proteggere la città. Fino alla metà del secolo scorso, il Campanone, dal cuore del borgo, alle dieci di sera in punto, batteva centro rintocchi e ci si apprestava a chiuderle tutte!


Goditi una passeggiata sulle Mura, dichiarate Patrimonio UNESCO insieme alle altre opere di difesa innalzate dalla Serenissima, a caccia delle sue quattro porte monumentali! Devono i loro nomi a complessi religiosi che si progettò di demolire proprio per consentire la costruzione delle Mura: un dettaglio, non indifferente, che ci offre un'altra lettura, meno entusiasmante e più drammatica, della colossale impresa portata avanti dalla Serenissima.


Porta San Giacomo
Porta San Giacomo

Partiamo da Porta di San Giacomo: l’hai già scrutata dalla Città Bassa, appena sei arrivato/a! Monumentale, di bianco marmo di Zandobbio, Porta San Giacomo guarda verso sud ed è infatti l’unica visibile da Bergamo Bassa, ma anche la più scenografica delle quattro - nonché il mio accesso del cuore alla città, dopo aver percorso i molti gradini delle celebri scalette che portano a Bergamo Alta!


Porta Sant'Alessandro in una cartolina storica
Porta Sant'Alessandro in una cartolina storica

Segue, in senso orario e rivolta a ovest, Porta Sant’Alessandro: il suo nome ti ha ovviamente rimandato al già incontrato patrono di Bergamo, ma a questo va aggiunto un infelice tassello. Come ti anticipavo, qui sorgeva l’immensa basilica di Sant’Alessandro, chiesa vitale per i cittadini, abbattuta perché, secondo il progetto della Serenissima, intralciava il tracciato delle Mura.


La memoria di questo avvenimento è racchiusa in una colonna, sentinella solitaria del luogo dove sorgeva il complesso religioso: puoi scorgerla non lontano dalla porta stessa, insieme a una serie di interessanti targhe commemorative, dove potrai osservare l'aspetto dell'antica chiesa.


Porta San Lorenzo
Porta San Lorenzo

Proseguendo sul tracciato delle mura verso nord, ecco svelarsi Porta San Lorenzo: la più antica e piccola delle quattro, nonché quella dall'aspetto più “rustico”. Tutto ciò perché ha alle spalle una storia di ricostruzioni, ma è l’unica a vantare un altro nome, e per una ragione gloriosa: è anche nota come Porta Garibaldi, in quanto nell’estate del 1859, dopo la liberazione austriaca, proprio da questo varco entrò in città Giuseppe Garibaldi. Il legame del generale con la città è davvero stretto: Bergamo è nota infatti come "la città dei Mille" perché qui venne reclutata la più cospicua parte dell’esercito con cui liberò l’Italia dagli invasori.


Porta Sant'Agostino vista dalla Scaletta della Noca, una delle caratteristiche scalette per salire a Bergamo Alta
Porta Sant'Agostino vista dalla Scaletta della Noca, una delle caratteristiche scalette per salire a Bergamo Alta

Infine, troviamo Porta Sant’Agostino, che deve il suo nome al vicino ex Monastero, l’unico complesso religioso che, pur trovandosi sul tracciato delle Mura, venne risparmiato. La chiesa e parte del complesso sono divenuti sede dell’Università di Bergamo: oggi, infatti, frotte di studenti varcano le arcate di questa porta per giungere in Città Alta. In origine, però, questo varco d'accesso era ritenuto d’importanza impareggiabile: si apre infatti in direzione est, sulla strada per la Regina dei Mari... Venezia!


Un’ultima cosa...

Non è certo finita qui! Ci sarebbe anche una quinta porta, che dava accesso a una via di fuga segreta, ma questa è un’altra storia… che puoi leggere qui, dove ti ho raccontato tutti i segni lasciati da Venezia in città!



#3 L'Orto Botanico Lorenzo Rota

L’anima verde di Bergamo e il legame con i suoi Colli


Una sezione dell'Orto Botanico Lorenzo Rota durante la fioritura dei tulipani
Una sezione dell'Orto Botanico Lorenzo Rota durante la fioritura dei tulipani

Veglia la città da poco più sopra, ed è un’oasi silenziosa, di grande pace e ispirazione. Protagonista dell’Orto Botanico di Bergamo è la natura, declinata in specie vegetali di tutto il mondo, che convivono armoniosamente con esemplari della flora locale.


Questo incantevole luogo della città ci ricorda che una parte importante dell'anima orobica è green, e ha il colore dei Colli che abbracciano Bergamo! L'Orto è dedicato alla memoria del medico e botanico Lorenzo Rota, vissuto nell’Ottocento, il primo che studiò e descrisse la flora del territorio bergamasco.


L'Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo
L'Orto Botanico Lorenzo Rota di Bergamo

Immagina dunque di ritagliare un momento in questo meraviglioso balconcino sulla città, tra il verde brillante delle piante, i vivi colori dei fiori e il gorgoglio dell’acqua che scorre! E poi, dalle panchine di questo laboratorio naturalistico puoi godere di una splendida vista sui campanili di Città Alta e sulle Prealpi che circondano Bergamo. L’ingresso all’Orto è libero e gratuito, quindi non hai scuse per non dedicargli una visita!


La serra delle succulente, che ospita piante tipiche dei microclimi aridi, desertici e pre-desertici
La serra delle succulente, che ospita piante tipiche dei microclimi aridi, desertici e pre-desertici

Un’ultima cosa...

Puoi trovare una sezione separata dell’Orto Botanico accanto all'ex Monastero che domina la Valle di Astino, una meravigliosa porta sui Colli di Bergamo. Di questo curioso “fratello minore” dell’Orto di Città Alta, denominato “La Valle della Biodiversità”, ti racconto tutto qui.


Scegli questo angolo per la tua prossima passeggiata a pieni polmoni nel verde, pur restando in città: quale modo migliore per tuffarti nelle sue sfaccettature più green?!


La Valle di Astino
La Valle di Astino

#4 Gli affreschi parlanti di piazza Mascheroni

L’anima antica del borgo e dei suoi abitanti

Bergamo “Alta” e Bergamo “Bassa”: storicamente, il centro pulsante della vita cittadina era sulla sommità del colle, prima che ragioni di utilità fecero migrare le attività più in giù, in territorio pianeggiante. Morfologicamente, Bergamo “Bassa” si “contrappose” così all’antico nucleo, Bergamo “Alta”.


Ebbene, la titolazione di alcune piazze di Città Alta ci racconta ancora vividamente quello che avveniva in questi luoghi: da piazza Mercato del Fieno a piazza Mercato delle Scarpe, ecco materializzarsi la vocazione delle piazze come luoghi di scambio e incontro.


Un affresco di piazza Mascheroni
Un affresco di piazza Mascheroni

Era così anche per la piazza di cui vorrei raccontarti, che oggi prende il nome dal grande matematico Lorenzo Mascheroni, ma che in origine era stata battezzata come “piazza del Lino” e nota come “piazza Nuova”, per distinguerla da “Piazza Vecchia”, lo storico cuore della città.


Sulle facciate dei suoi palazzi, attraverso alcuni affreschi discreti ma “parlanti”, sopravvive proprio il racconto della vita pullulante che, anticamente, ha animato questa piazza: la "moda" di dipingere gli edifici, pubblici e privati, invase la città con l'avvento della Repubblica di Venezia!


Guarda in direzione della Torre che domina la piazza, detta “della Campanella”, memoria trecentesca dei Visconti: alla tua sinistra troverai un palazzo che conserva ancora le tracce dell’edificio precedente, la loggia della Mercanzia.


Attribuiti alla mano di un talentuoso artista bergamasco, noto come il Cariani, gli affreschi che vi restano (ma di cui la piazza era probabilmente colma!) sono stati oggetto di un recente restauro: osservali, noterai da un lato due uomini che si scambiano dei sacchi di granaglie, e più in basso un suonatore di flauto.


Un affresco di piazza Mascheroni
Un affresco di piazza Mascheroni

I protagonisti delle raffigurazioni ci suggeriscono proprio che questo luogo della città era destinato alla vendita delle granaglie, ma che poteva essere la cornice, allo stesso tempo, di gioiosi momenti di festa! Dal lato opposto, alla destra della Torre, troviamo invece una scena tratta dalla Gerusalemme Liberata, il capolavoro di Torquato Tasso. Sai che la sua famiglia era originaria proprio di Bergamo?


Un’ultima cosa...

La storia ci ha tramandato molti aneddoti dei simpatici momenti, e spesso tumultuosi, che si sono avvicendati in questo luogo, tra feste e giostre: pensa che un giorno fuggì un toro da un recinto, seminando un gran panico tra la folla, ma fortunatamente senza nuocere a nessuno!


Inoltre, durante il Carnevale, nell'adiacente piazza della Cittadella veniva montato un teatro, luogo talmente frequentato da rendere confronti e scontri all'ordine del giorno (come ti raccontavo qui)! Anche di questo è rimasta memoria: noterai infatti che, proprio sotto gli affreschi di cui ti parlavo, c'è un ristorante che si chiama "Trattoria Del Teatro".



#5 Dal torrione della Rocca di Bergamo

L’ultimo eccezionale sguardo sui tetti della città

E per concludere, voglio svelarti il punto panoramico più splendido da cui ammirare tutta la città di Bergamo – ma proprio tutta, da cima a fondo!


Si tratta di un belvedere di incomparabile livello: innanzitutto, perché difficilmente le persone arrivano sin quassù, ma soprattutto perché sorge sul punto più alto… del punto più alto di Città Alta!


Il panorama dal torrione della Rocca di Bergamo
Il panorama dal torrione della Rocca di Bergamo

Giochi di parole a parte, è proprio il caratteristico torrione della Rocca di Bergamo a regalare la vista più eccezionale sul panorama circostante, oltre a offrire la sensazione meravigliosa di essere in cima a un’antichissima fortezza! La tua vista spazierà dalle Prealpi Orobie all’intera pianura bergamasca, fino a Milano… e nei giorni particolarmente tersi, oltre la distesa della Pianura Padana faranno capolino gli Appennini!


Per arrivare al torrione, immergiti nel cuore della Rocca e della sua storia: costruita nel Trecento come fortezza militare sul punto più alto del borgo, svela ancora perfettamente i segni della sua funzione difensiva, come il suggestivo camminamento di ronda!


La parte interna del complesso, invece, che anticamente era sede della casa dei bombardieri, accoglie oggi il Museo dell’Ottocento, che ti condurrà in un affascinante viaggio nel Risorgimento bergamasco, tra coloro che hanno "fatto l'Italia": come ti dicevo, questo momento storico raggiunse il suo apice con i Mille garibaldini, che si unirono al generale nell’eroica impresa.


La Rocca di Bergamo vista dall'alto: si distingue a sinistra il complesso che ospita il Museo dell'Ottocento, tutt'attorno il camminamento e sulla destra una cappella e il torrione.
La Rocca di Bergamo vista dall'alto: si distinguono a sinistra il complesso che ospita il Museo dell'Ottocento, a destra una grande cappella e il torrione; in alto, tutt'attorno, il camminamento di ronda.

Visita il sito del Museo delle Storie di Bergamo per conoscere le tariffe e gli orari di apertura della Rocca, e per scoprire la rete museale del circuito, che ti svelerà tantissime storie della città!



Un’ultima cosa...

Quando sono stata la prima volta sul torrione della Rocca, ho condiviso la visita con una coppia di nonni e i loro tre nipotini: quanta bellezza pensare a cosa potevano immaginare gli occhi dei piccoli visitatori, tra quelle mura ormai spoglie e sospese a un'altezza tanto suggestiva da spingere l'immaginazione al galoppo!


Mi sono ripromessa di "imparare" dai più piccoli a godere di questi momenti con gli "occhi" della fantasia: funziona!



Quanto avrei ancora da raccontarti! Se ti va, puoi visitare questa splendida città insieme alla Margì: dai un’occhiata alla pagina dei tour per scoprire capitoli inediti, o più tradizionali, di Bergamo e del suo territorio!





Bibliografia

B. Gelmi, V. Saccheio, Bergamo passo dopo passo, Bergamo, Grafica e Arte Bergamo, 1979


Sitografia





Riferimenti fotografici










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